Fotovoltaico: approvato il quarto conto energia

L’ultimo giorno di Solarexpo – la più importante manifestazione italiana dedicata alle energie rinnovabili – ha coinciso con l’approvazione del decreto ministeriale relativo al quarto conto energia per il settore fotovoltaico. Firmato ieri sera dai due ministri competenti, dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente – Romani e Prestigiacomo – il decreto arriva dopo l’accordo sulle modalità di assegnazione delle tariffe incentivanti, che il decreto fissava al momento dell’entrata in esercizio dell’impianto, e il via libera del Consiglio dei Ministri.
Il quarto conto energia punta a un obiettivo indicativo di potenza installata cumulata a livello nazionale di circa 23 GW al 2016, corrispondente ad un costo indicativo cumulato annuo degli incentivi stimabile tra 6 e 7 miliardi di euro (per 20 anni).
La mediazione tra i due ministri è stata raggiunta con l’aggiunta dell’articolo 6-bis (Indennizzo nel caso di perdita del diritto a una determinata tariffa incentivante) che prevede “Nei casi in cui il mancato rispetto, da parte del gestore di rete, dei tempi per il completamento della realizzazione della connessione e per l’attivazione della connessione, previsti dalla deliberazione dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas del 23 luglio 2008, ARG/elt 99/08 e il relativo Allegato A, comporti la perdita del diritto a una determinata tariffa incentivante, si applicano le misure di indennizzo previste e disciplinate dalla delibera dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas ARG/elt 181/10 e relativo Allegato A, e successive modifiche e integrazioni”.
Pertanto, entro 30 giorni dalla comunicazione del fine lavori, il gestore di rete, ovvero la società elettrica, dovrà verificare la rispondenza di quanto dichiarato nella perizia asseverata e comunicarlo al GSE.
Confermata rispetto alla bozza di qualche giorno fa la definizione di piccoli impianti fotovoltaici. Sono quelli “realizzati su edifici che hanno una potenza non superiore a 1.000 kW, gli altri impianti fotovoltaici con potenza non superiore a 200 kW operanti in regime di scambio sul posto, nonché gli impianti fotovoltaici di potenza qualsiasi realizzati su edifici ed aree delle Amministrazioni pubbliche di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n.165 del 2001“.
Gli impegni finanziari e gli obiettivi indicativi di potenza definiti per i grandi impianti (ossia tutti quelli non definiti “piccoli”): per il periodo che va dal 1° giugno 2011 al 31 dicembre 2012 gli incentivi attesi sono pari a circa 580 milioni di Euro con una potenza installabile di 2.690 MW (valori più bassi rispetto alla bozza del 19 aprile).
Per gli anni dal 2013 al 2016, per gli impianti grandi e piccoli, il costo indicativo è di 1.361 milioni di Euro, per una potenza di 9.770 MW. Il superamento dei costi indicativi non limita l’accesso alle tariffe incentivanti, ma determina una riduzione aggiuntiva delle stesse per il periodo successivo (secondo quanto stabilito dall’allegato 5).
Nel complesso, tra giugno 2011 e il 2016 l’impegno di incentivazione del settore è di circa 1.941 milioni di euro per un limite di potenza al livello di 12.460 MW.
Da più parti si ritiene che dal 2017 non saranno probabilmente più necessari incentivi al fotovoltaico e che in Italia la capacità produttiva totale al 2020 possa raggiungere e superare i 30 GW, con una produzione prossima ai 40 miliardi di chilowattora/anno, cioè il 10% del fabbisogno di elettricità del paese. Un notevole contributo anche per gli obiettivi nazionali previsti dal pacchetto clima-energia 2020, conosciuto come 20-20-20.
Differenti le posizioni delle associazioni di settore presenti a Solarexpo. Da parte degli operatori, nonostante il decreto possa essere migliorato, un giudizio complessivamente positivo poiché ora possono contare su un quadro normativo definito e possono quindi riprendere a lavorare.
Non mancano, però, i giudizi negativi da parte di alcuni economisti che fanno notare come questo 10% di energia fotovoltaica costerà all’economia del paese 100-120 miliardi di euro nei prossimi 20 anni, una cifra enorme che finirà in gran parte all’estero e che non consentirà la nascita di un’industria fotovoltaica nazionale capace di competere sui mercati mondiali. Sono in molti, in altre parole, a ritenere che, nonostante i tagli ai contributi, questi ultimi presentino ancora un livello troppo alto (non a caso il nostro Paese è quello che ha avuto e avrà nei prossimi anni i maggiori incrementi – a livello mondiale – di potenza installata).
www.solarexpo.com

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