L’esempio di Kickstarter per battere la crisi

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Da quando la crisi si è fatta più pesante con migliaia di aziende che chiudono i battenti e centinaia di migliaia di nuovi disoccupati  (senza contare i giovani che spesso, un lavoro, non sanno neppure cosa sia), il dibattito su come rilanciare l’economia si è fatto sempre più serrato, coinvolgendo politici, sindacalisti ed esponenti delle associazioni di categoria.

Ognuno ha la sua ricetta, ognuno ha la sua formula magica. Su pochi punti, tuttavia, sembrano essere tutti d’accordo: quello di finanziare e incentivare le aziende innovative, le spin-off e le start up, in grado di presentarsi sui mercati internazionali con prodotti vincenti, di creare ricchezza e quindi posti di lavoro.

Questa visone, purtroppo, conferma un modo di agire che, a giudizio di chi scrive, ha contribuito pesantemente alla crisi attuale.

Chi sceglie i progetti da finanziare? Con quali criteri? Tutti noi conosciamo il clientelismo che sta alla base dei finanziamenti e delle nomine pubbliche. Vogliamo continuare su questa strada? E poi, se il pesante debito pubblico italiano ha contribuito, come ha contribuito, all’aggravamento della crisi nostrana, vogliamo aumentarlo ancora di più?

Recentemente, durante un’intervista, ho chiesto ad un noto ricercatore di una delle più prestigiose Università italiane, quante spin-off fossero nate dai loro laboratori e che fine avessero fatto. Mestamente mi ha confermato che delle circa 100 aziende nate negli ultimi dieci anni, l’80% aveva chiuso e le restanti non erano riuscite a decollare, continuando l’attività senza infamia e senza lode, senza aver creato, praticamente, alcun posto di lavoro.

Insomma, soldi buttati.

Forse sarebbe il caso di pensare a strade alternative. Da questo punto di vista l’idea del crowdfunding potrebbe essere vincente. E non solo per iniziative nel mondo hi-tech alle quali, da elettronici, siamo abituati a guardare, ma anche per finanziare progetti in campo culturale, iniziative di carattere sociale e tanto altro ancora.

Tanto per fare un esempio, sappiamo tutti come vengono spesi i soldi nel nostro Paese per il cinema: o nei cosiddetti “cinepanettoni” o in film che nessuno andrà mai a vedere; al contrario, il 10% dei film selezionati per il Sundance Festival del 2012 sono stati finanziati col crowdfunding. Questo dato è contenuto in una bellissima infografica diffusa da Kickstarter che nel 2012 ha raccolto dagli utenti finanziamenti per oltre 319 milioni di dollari.

Provate a chiedere a Bersani, Monti, Berlusconi o Casini se conoscono Kickstarter…

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