La Superintelligenza può aspettare

Sempre più spesso capita di leggere di processori, algoritmi, software e sistemi che hanno a che fare con quella che viene definita Intelligenza Artificiale (AI). Macchine che hanno la capacità di eseguire specifiche funzioni e che, spesso, in quell’ambito sono in grado di svolgere meglio e più rapidamente di un essere umano il compito loro affidato.

Tutti quanti ricordiamo la prima volta – era il 1996 – che un computer (Deep Blue di IBM) riuscì a battere in una partita a scacchi il campione mondiale di quei tempi, il russo Garry Kasparov. Da allora i sistemi intelligenti sono diventati molto più bravi di noi in diversi campi. Pensiamo, ad esempio, ai navigatori per auto che sono in grado di fornirci il percorso più breve per raggiungere la nostra meta tenendo conto anche del traffico e di eventuali incidenti, oppure a molte applicazioni per smartphone, inclusi gli assistenti vocali, che giorno dopo giorno apprendono le nostre abitudini e sono pronti a fornirci un suggerimento o una risposta ancora prima che noi formuliamo la domanda.

Per non parlare delle vetture a guida autonoma che ci porteranno in tutta sicurezza alla meta richiesta, o dei sistemi computerizzati in grado di diagnosticare qualsiasi malattia con una precisione molto superiore a quella del più bravo medico di base.

Tutte applicazioni neppure lontanamente immaginabili fino a pochi anni fa ma che appartengono alla categoria denominata Artificial Narrow Intelligence (ANI), la più bassa e la più semplice tra quelle in cui vengono suddivisi i sistemi di Intelligenza Artificiale.

Le apparecchiature di questa categoria possono sì battere l’uomo per precisione e velocità, ma sono in grado di svolgere solo una specifica funziona.

Per i sistemi AGI (Artificial General Intelligence) ci vorranno ancora 20-30 anni e per la temutissima ASI (Artificial Super Intelligence) dai 50 ai 60 anni. Queste perlomeno sono le previsioni dei più quotati studiosi.

Accontentiamoci per ora di veder nascere e fiorire le applicazioni ANI che, da sole, saranno in grado di produrre uno sviluppo dell’umanità senza precedenti, specie se combinate con altre tecnologie emergenti, quali l’Internet of Things e l’Industrial Internet of Things.

Per la Superintelligenza c’è ancora tempo.

 

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